Che costa resta del padre? Conferenza sul destino della figura paterna.

Locandina Conferenza sulla figura paterna

Locandina della Conferenza sulla Figura Paterna

CONFERENZA SUL DESTINO DELLA FIGURA PATERNA NELLA SOCIETÀ IPER-MODERNA

 L’Istituto Comprensivo MINTURNO 1, per iniziativa del Dirigente Scolastico Dottor Vincenzo D’Elia,  ha organizzato per sabato, 10 novembre 2012, a partire dalle ore 16.00, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico “Alberti” di Marina di Minturno, un incontro sul tema:

“Che cosa resta del padre? “  

Relatore il Preside Prof. Nilo Cardillo.

A partire dalle suggestioni e dalle discussioni suscitate da alcuni libri di recente pubblicazione, Nilo Cardillo svilupperà un viaggio a ritroso, fino alla preistoria, per cogliere il momento genetico della figura paterna, per poi risalire attraverso l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, fino ai nostri giorni, nei quali si parla addirittura di “evaporazione del padre”. Il Prof. Cardillo ha intenzione di richiamare alla attenzione di genitori e insegnanti il destino di una figura antropologica millenaria, simbolo vivente di quella che noi chiamiamo “CIVILTA’ OCCIDENTALE”, che sta attraversando una trasformazione epocale, alla quale sono connessi grandi rischi per il nostro destino, come è stato segnalato da tutti gli studiosi, antropologi, psicologi, filosofi. In un passato non tanto lontano abbiamo avuto una pedagogia autoritaria che il ’68 e il “post-’68” ha giustamente decostruito e che non è il caso di recuperare, perché si fondava su una “idea autoritaria e padronale della paternità”. Al tempo stesso è arrivato il momento, non più rinviabile, nella nostra società “tecnologica ed iper-moderna”, di far capire che ogni soggetto deve imparare come la dimensione della libertà non sia quella dell’assenza di limiti. Educatori e genitori devono essere in grado di evocare questa esigenza del limite senza tuttavia richiamare sulla scena il fantasma del padre autoritario. Non è compito facile, anche perché non basta pretendere il rispetto delle regole. “Credo – ha scritto recentemente Massino Recalcati – che il corpo docente, sostenuto dalle famiglie, abbia commesso sostanzialmente due errori. Il primo è quello di non essere stato in grado di evocare il senso del limite, vale a dire l’esistenza di quella zona necessaria di impossibilità che, come è stato detto, è il freno del godimento; il secondo è quello di aver lasciata inevasa la questione della responsabilità e di non avere così chiarito il legame che stringe ogni atto alle sue conseguenze”. La difficoltà in cui versa ogni discorso educativo – sostiene Recalcati – è doppia: per un verso è difficoltà ad assumere con responsabilità la differenza generazionale, introducendo il potere dell’assegnare un limite al godimento. Per un altro è difficoltà a trasmettere il desiderio da una generazione all’altra; è difficoltà nel dare testimonianza di cosa significhi desiderare. Oggi, però, è arrivato il momento, di fronte ai guasti della società consumistica, di restaurare una forma di autorità, sia nella famiglia, sia nella scuola. Dobbiamo riconsiderare l’insieme dei  problemi connessi alla “figura paterna” (eredità, tradizione, continuità) cercando nuovi equilibri, per combattere il familismo amorale, lo strappo delle regole per semplice protesta, un desiderio bulimico e insoddisfatto dei consumi di massa.

Al fondo, si tratta di rispondere ad esigenze profonde delle nuove generazioni,  le quali sono alla ricerca non tanto di un padre eroico, quanto di un padre testimone. Di un padre cioè capace di mostrare, nella concreta esperienza vissuta dentro la famiglia, la scuola e la società, come sia possibile far convivere la Legge e il Desiderio, anzi di far capire come una vita umana possa nascere solo da una sana e complementare dialettica tra Legge e Desiderio, due facce necessariamente congiunte di una stessa esperienza.

 

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Enrico Cosenz. L’eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME.

Copertina del libro "Enrico Cosenz - L'Eroe Ribelle, il Secondo dei Mille, il Primo Capo di SME"

Copertina del libro "Enrico Cosenz - L'Eroe Ribelle, il Secondo dei Mille, il Primo Capo di SME".

Presentazione a Gaeta del libro “Enrico Cosenz

L’eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME”

 Il libro su Enrico Cosenz, edito dalla Provincia di Latina, verrà presentato a Gaeta venerdì prossimo. La memoria dell’Eroe di Venezia, del secondo dei Mille, del primo capo di Stato maggiore dell’Esercito, infatti, oltre a Napoli, Venezia e Roma, è restata viva a Gaeta che ha avuto intestata a lui la sua maggiore caserma già dai primi giorni della sua morte avvenuta nel 1898.  Niente più che naturale la scelta di presentare questo interessante saggio su di un eroe del Risorgimento in una città come Gaeta e in un luogo storico come Palazzo De Vio.

La Provincia di Latina ha organizzato, infatti, per venerdì 8 giugno 2012 alle ore 17,30 presso la Sala Conferenze Pio IX del Palazzo De Vio a Gaeta, la presentazione di questo libro, di cui è autore il prof. Giuseppe Monsagrati e curato dal dirigente del Settore Turismo e Cerimoniale Domenico Tibaldi: “Enrico Cosenz. L’eroe il secondo dei Mille, il primo Capo di SME”.

Dopo gli indirizzi di saluto di mons. Fabio Bernardo D’Onorio, arcivescovo di Gaeta e di Cosmo Mitrano, sindaco di Gaeta, interverranno il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, il Past President dell’Associazione Nazionale ex allievi Nunziatella Giuseppe Catenacci, il Presidente dell’Associazione Grido Libero Prof. Nilo Cardillo, il capo dell’ufficio storico dello Stato Maggiore dell’E.I Col. Antonino Zarcone, lo storico e ordinario di storia del Risorgimento Prof. Giuseppe Monsagrati, autore del saggio. Le conclusioni saranno del Sottocapo di Stato Maggiore dell’E.I Gen. CA Domenico Rossi. A moderare i lavori sarà il giornalista Paolo Brogi del Corriere della sera.

  “Il saggio del prof. Giuseppe Monsagrati, autorevole storico del Risorgimento - scrive nell’introduzione al libro il presidente Cusani – precede la trascrizione di lettere inedite di Enrico Cosenz, che contribuiscono a completare il ritratto del secondo dei Mille e del primo Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano. E’ un’opera importante, scientificamente qualificata, che la Provincia di Latina aspira a divulgare soprattutto tra i giovani e che è arricchita da un prezioso contributo del prof. Nicola Terracciano. La prefazione del Preside, prof. Nilo Cardillo, Presidente dell’Associazione ‘Grido Libero’, è l’alto e prezioso viatico per immergersi nella lettura di un volume che ritengo uno dei più importanti tra quelli pubblicati in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Itali, nella speranza che nuovi cuori intelligenti, saggi e generosi possono illuminare i destini del nostro Paese. Grazie, siamo fieri di questo progetto editoriale!”
Un volume ben curato sia dal punto di vista editoriale sia per la ricerca dei documenti storici e delle immagini fotografiche in memoria di Enrico Cosenz. Ricerca effettuata con oculatezza dal dott. Domenico Tibaldi.  Di particolare interesse, sono i contributi, “preziosi”, come ha già fatto notare lo stesso presidente Cusani, del prof. Giuseppe Monsagrati, del prof. Nilo Cardillo e del Prof. Nicola Terracciano. Saranno proprio gli studiosi a incontrare storici e appassionati del nostro Risorgimento l’8 giugno p.v., a Gaeta, durante la presentazione del libro.

  “Di Enrico Cosenz, giovane ufficiale nato a Gaeta il 12 gennaio 1820 e fattosi adulto mentre si venivano dileguando le speranze che Ferdinando II aveva alimentato salendo sul trono delle Due Sicilie- scrive nel suo saggio il prof. Monsagrati- molti biografi scriveranno appunto che era dotato di un carattere calmo e di grande capacità di riflessione. Come lui, lo erano i vari Pisacane e Mezzocapo e Rosaroll: stessa formazione, stessa attenzione all’aggiornamento culturale, stesso attaccamento a una patria comune che in quel momento era il Regno meridionale, ma che tale sarebbe rimasto solo se fosse stato in grado di accogliere e fare propria, ricevendola dal basso, l’aspirazione diffusa a un cambiamento la cui prima tappa non poteva che essere l’istituzione di un regime rappresentativo.”

Del Convegno tenuto a Gaeta nel dicembre del 2011, il libro conserva, anche, un altro elemento qualifi-cante, il recupero della memoria del Gen. Giuseppe Aloia, che, dopo aver partecipato col grado di tenente colonnello alla seconda guerra mondiale, sul fronte del Garigliano, ha sviluppato, in seguito, una brillante carriera che lo ha portato a ricoprire il massimo grado militare come Capo di Stato Maggiore, prima dello Esercito, poi della Difesa. Egli, subito dopo essere stato collocato nella riserva, scrisse una breve, ma intensa e commossa biografia di Cosenz, che fu pubblicata sulla Rivista “L’osservatore politico-letterario”, nel 1972. Quel saggio viene ora ripubblicato nel volume edito dalla Provincia di Latina.

Il Prof. Nicola Terracciano definisce con precisione le origini familiari ed il quadro biografico di Cosenz, collocando la sua figura non solo nel contesto di Gaeta, luogo della sua infanzia, e di Napoli, sede della sua formazione giovanile, ma nel quadro generale dell’Italia Meridionale. Viene ricostruito con analitica precisione il sistema delle sue relazioni familiari. Da esse risulta che “Enrico Cosenz, pur con origini francesi per parte paterna, è, per la parte materna, profondamente radicato nel tessuto sociale meridionale

e napoletano”, per cui nella sua vicenda biografica si rispecchia la parte migliore dell’Italia meridionale, che ha dato un contributo generoso e fondamentale al processo risorgimentale.

 “Questo libro, per il modo in cui è stato concepito e per le sue caratteristiche intrinseche può mandare un messaggio positivo ai giovani- scrive il prof. Cardillo- perché, partendo da una lettura equilibrata e consapevole di un momento cruciale della nostra storia, ci dimostra che il Risorgimento non è un fenomeno storico concluso, è al contrario vitale per i sentimenti che lo suscitarono, che sono ancora operanti e sono indispensabili per formare nuove generazioni di cittadini capaci di servire la Patria pacatamente, descrivendo con oggettività i fatti di un’epoca, non adoperando ingiustizie o travisamenti, senza attizzare gli odi, ma tentando di preservare la verità storica come fondamento della libertà civile.”

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L’eredità degli antichi: Plotino e Giordano Bruno

Locandina Giornata di studio su Plotino, 11 maggio 2012

Locandina della Giornata di Studio su Plotino, 11 maggio 2012

L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, il Liceo Scientifico “L.B. Alberti”di Minturno (LT), lAssociazione Culturale “Grido Libero” di Formia

organizzano una Giornata di Studio sul tema:

L’Eredità degli Antichi:
PLOTINO E GIORDANO BRUNO

Aula Magna Liceo Scientifico “L.B. Alberti”, Minturno (LT)

Venerdì 11 maggio 2012 – Ore 16:30

L’Associazione Culturale “GRIDO LIBERO”, presieduta dal Preside Nilo Cardillo, in collaborazione con il Liceo Scientifico “Alberti” di Minturno (LT), ha organizzato, per Venerdì, 11 maggio 2012, a partire dalle ore 16.30, un convegno sulla filosofia di Plotino e Giordano Bruno.

Nelle intenzioni del Preside Nilo il convegno ha lo scopo di recuperare due “memoria alte e nobili del nostro territorio”. Infatti, il filosofo Plotino, nato in Egitto, a Licopoli, nel 205 d.C., dopo aver tenuto a Roma la più importante scuola filosofica di quel periodo, è morto nell’antica Minturnae nel 270 d.C., mentre Giordano Bruno è nato a Nola nel gennaio del 1548. Sia Nola che Minturno appartengono alla nostra antica e millenaria “Terra di Lavoro“, circoscrizione storico-amministrativa nata dopo il Mille, con l’unificazione del Mezzogiorno, compiuta dai Normanni. “Capua medievale” ne era secolare capoluogo (non quella antica, che è l’attuale Santa Maria Capua Vetere), e città importanti erano Fondi, Gaeta, Traetto (l’antica Minturnae), Sora, Montecassino, Sessa, Piedimonte d’Alife, Aversa, Maddaloni. Essa è durata fino al 1927, quando è stata abolita dal fascismo, creando il caos di memoria che caratterizza le aree meridionali (distretti di Gaeta e di Sora) delle attuali province di Latina e Frosinone, che non sono state storicamente laziali, ma campane, dell’area di Nola, che pure è stata amministrativamente legata per mille anni a Capua e a Caserta e non a Napoli, come è dal 1927 ad oggi.

Il convegno di quest’anno, organizzato anche in collaborazione con il prestigioso ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI di Napoli, rappresentato dal prof. Aldo Tonini, parte dalla consapevolezza che Plotino e Giordano Bruno, pur essendo due filosofi lontani nei secoli, non sono per questo meno affini. Vissero in epoche di transizione: la fine dell’antichità per Plotino, l’inizio dell’epoca moderna per Bruno. Dei loro tempi essi rispecchiano le trasformazioni e i grandi movimenti culturali. Giordano Bruno fu poi un attento lettore di Plotino e si interessò a molti aspetti della sua filosofia, come la concezione della memoria. Per Plotino e per Bruno la memoria non è la semplice conservazione di cose apprese, ma una conoscenza creativa che esprime le capacità più profonde della nostra mente. Questa lezione è ancora attualissima per comprendere il nostro rapporto con gli antichi e la loro eredità culturale. Di qui il titolo del convegno: “L’eredita’ degli antichi: Plotino e Giordano Bruno”.

PROGRAMMA  DEI  LAVORI 

  • Ore 16.30: Apre e coordina i lavori il Dirigente Scolastico, Prof. Amato Polidoro
  • Prof.  Aldo Tonini, Responsabile Sc. Est. Ist. Italiano per gli Studi Filosofici:  Saluti
  • Prof.  Nilo  Cardillo, Presidente Associazione “GRIDO LIBERO”:  Il soggiorno e la morte di Plotino a Minturno
  • Prof. Nicola Terracciano, Preside e storicoLa memoria di Giordano Bruno a Nola
  • Prof.  Riccardo  Chiaradonna, Doc. di Storia della Filosofia Antica, Università Roma3:

            ”L’eredita’ degli antichi: Plotino e Giordano Bruno”.

  • 18.00:  Dibattito e conclusioni.

La associazione del pensiero di Plotino con quello di Giordano Bruno genera una giornata di studio speciale, per recuperare memorie preziose,  per dare nuovo vigore agli studi archeologici sull’antica e splendida Minturnae, per non dimenticare che l’antica Terra di Lavoro ha un grande rilievo nella storia della filosofia occidentale, perché, oltre a conservare la grande memoria di Plotino, morto a Minturnae, ha dato i natali ad altre due grandi figure, come San Tommaso d’Aquino, vissuto nel Duecento, la cui filosofia e la cui teologia sono ancora oggi a fondamento dell’impostazione ufficiale della Chiesa cattolica, e Giordano Bruno da Nola, vissuto nel Cinquecento, il filosofo che ha aperto gli orizzonti infiniti  del mondo moderno e contemporaneo ed ha testimoniato fino al martirio la libertà del pensiero contro il dogmatismo, contro il fanatismo.

 Hanno già prenotato la presenza al convegno numerosi studenti, provenienti da un vasto territorio, che va da Latina a Sessa Aurunca; ad essi, a richiesta, sarà rilasciato un attestato per il credito formativo. A questi studenti il convegno intende offrire una esperienza formativa interessante, che li aiuti a conoscere la loro storia ed avere riferimenti culturali alti, che radichino il senso dell’identità personale nell’appartenenza ad una tradizione millenaria, costruita, nel corso dei secoli, dai grandi intellettuali che hanno contribuito a definire l’insieme di visioni del mondo che sono alla base della Nostra Civiltà”.

 

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