Torino, 31 agosto 1961
Ministero della Istruzione Pubblica
Circolare
Ai Rettori, ai Delegati straordinari, ai Provveditori, agli Ispettori
…
La pubblica opinione, non giova dissimularlo, ha accolto poco favorevolmente questo moltiplicarsi che si è fatto di Autorità scolastiche, senza che per intromettersi di tanti, né gli affari abbiano acquistato maggior speditezza, né l’andamento dell’istruzione maggior vigore o disciplina. … Di che la cagione è a suo avviso quello stato di perpetua e continua tutela in cui è tenuta la Pubblica Amministrazione. Dove non ci è responsabilità non si sviluppa il sentimento del dovere né l’amore della lode e la soddisfazione del buon successo.
Un Ministro che considera i suoi funzionari come macchine e che li avvolge in una rete di minute pratiche e regole, che mette innanzi se stesso lasciando loro nell’ombra e nell’obblio, può essere, come un Re assoluto, ubbedito, non mai secondato ed illuminato.
Il sottoscritto, responsabile dell’Amministrazione innanzi al paese, vuole che quindi innanzi i suoi funzionari, senza deviare dall’indirizzo generale che verrà loro dato, si muovano liberamente ciascuno nel cerchio delle facoltà attribuitegli dalle legge e in ciò che riguarda l’Amministrazione. Questo sistema non è certo senza inconvenienti. Ne nasce una certa varietà e anche disformità nelle singole amministrazioni, nel che il sottoscritto non vede poi un gran male, parendogli non necessario che le cose umane sieno regolate come un orologio e che nello stesso giorno e alla stessa ora s’insegni lo stesso libro e la stessa dottrina da Torino a Palermo. Basti che uno sia l’indirizzo e l’impulso, senza pretendere che gli uomini siano governati come se tutti avessero la stessa anima e la stessa fisionomia. …
Dando maggiori attribuzioni alle podestà locali se da una parte si evita il giro delle carte, il moltiplicarsi delle note intermedie … d’altra parte le autorità scolastiche a contatto con le passioni e le influenza locali mal se ne potranno difendere … A che, oltre al diritto di ricorso al Ministro … non è altro rimedio che la stessa libertà. Certo dapprima si andrà un po’ a tentoni; … la vita tenuta compressa nelle provincie e nei comuni reagirà sul principio con qualche violenza; ma se questo ci deve sgomentare, in verità mostreremmo di aver troppo poca fede nella libertà e nel nostro avvenire.
Il sottoscritto è di opinione che solo questa partecipazione più larga agli affari, questa circolazione della vita pubblica per tutte le parti del corpo sociale può preparare la nostra educazione politica, svegliare le intelligenze e formare i caratteri.
Il Ministro
De Sanctis
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